Se fino a poco tempo fa la legge consentiva la consulenza in materia di investimenti solo a banche, assicurazioni e ai "vecchi" promotori finanziari (oggi chiamati consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede), dal dicembre 2018 è stata introdotta dal Legislatore italiano (per recepire la normativa europea "MIFID II") una nuova figura abilitata alla consulenza finanziaria: il CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO (o Indipendente).

Come mai si è pensato di introdurre questa nuova figura? Innanzitutto perché negli USA e in Europa è già una figura esistente da tempo e poi perché la lunga storia di crack finanziari e "risparmi traditi" ha reso indispensabile trovare una soluzione, per evitare che soprattutto i piccoli risparmiatori maturassero una convinta diffidenza nei confronti dell'industria finanziaria.
Sia chiaro: l'industria finanziaria non è né buona, né cattiva. Produce e cerca di vendere (per trarne il massimo profitto) prodotti, come una qualsiasi azienda. E' come un supermercato nel quale si possono trovare prodotti "per tutti i gusti".

Ma se dal punto di vista alimentare ognuno di noi ha le competenze di base per distinguere un prodotto sano da uno dannoso per la salute, in ambito finanziario tutto è più complesso. Dobbiamo molto spesso affidarci ad un professionista nella speranza che curi al meglio il nostro interesse.
Ma ti è chiaro qual è il vero interesse del tuo Consulente di fiducia? Sai come viene remunerato o su quali criteri viene "promossa" la sua carriera professionale?
Siccome le banche, le assicurazioni e i promotori finanziari traggono importanti guadagni da ciò che vendono, il dubbio (sano!) del cliente è quello di aver sottoscritto il prodotto che rende di più alla banca e non quello più adatto alle proprie esigenze.
Ricordate il "Caso Banca Etruria"? Persone ignare (che si sono semplicemente fidate) si sono trovate tra le mani prodotti che mai avrebbero acquistato se qualcuno avesse spiegato chiaramente loro di cosa si trattava.
La figura del consulente finanziario indipendente che è pagato a parcella, in piena trasparenza e solo dai clienti, si propone sul mercato della gestione dei risparmi con una identità completamente diversa dai suoi concorrenti in quanto offre la straordinaria opportunità di confrontarsi con un professionista senza avere la preoccupazione di avere davanti un interlocutore che consigli i prodotti più convenienti per la lui e non quelli più adatti al cliente.
Cerco di fare un piccolo esempio che mi riguarda: negli ultimi mesi, a fronte delle evidenti difficoltà sui mercati dei titoli obbligazionari, ho suggerito ai miei clienti di accettare il fatto di tenere una parte dei loro risparmi in liquidità sul conto corrente evitando di subire quel calo importante di prezzo che si è verificato da inizio anno, difendendo quindi il valore dei propri investimenti.
E' rarissimo pensare che una banca, un'assicurazione o un "promotore finanziario" vi consiglino di tenere liquidità sul conto corrente, perché dalla liquidità sul conto corrente non traggono alcun guadagno e alcun vantaggio (anzi, sotto sotto temono che da un momento all'altro possiate trasferirla alla concorrenza...)
Il consulente indipendente, che non guadagna nulla da ciò che propone al cliente di acquistare o vendere, è libero di farvi le migliori proposte sulla base dei vostri obiettivi di investimento e propensione al rischio, risultando (dulcis in fundo) più economico di quanto il cliente spende (e generalmente non sa di spendere) per la consulenza ricevuta dagli operatori tradizionali.
E nel libro viene ben spiegato come un Consulente Indipendente è anche molto di più: aiuta i propri clienti a ragionare in termini di pianificazione non solo finanziaria, ma anche previdenziale, assicurativa e successoria, sempre nell'esclusivo interesse del cliente, con una visione a 360° che darà la sensazione di avere il totale controllo sui propri risparmi.
PER SAPERNE DI PIU':
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